Io provo a raccontare un mondo, un mondo scomparso. E in questo percorso procedo da una tesi semplice: indifferentemente dal sistema in cui vivi, indifferentemente dall’ideologia, dalla repressione, la cosa più importante è la vita. Io provo a raccontare la vita, la vita comune, quella di ogni giorno, la vita quotidiana di un cittadino sovietico: come si veste, come vive, cosa fa a scuola, come beve, che rapporto ha con il sesso, che oggetti utilizza, che film vede e che musica ascolta, come si diverte, chi ama e chi odia, come sta in fila e di cosa conversa in cucina… E tanti altri elementi che costituiscono la nostra vita. Il tutto è scritto con una certa dose di tenerezza, quando è necessario non mancano gli elementi nostalgici, ma c’è anche molta ironia. Allo stesso tempo, io faccio riferimento sempre anche al presente. Il libro è una sorta di sguardo dal presente verso il passato, per questo non dimentico di ironizzare sul mondo nuovo, sulle nuove ideologie, sui nuovi clichè. [Vasile Ernu]